Horsch: tecnologie tedesche, cuore italiano

Krone Italia entra nel settore dell’irrorazione delle colture grazie alla gamma “Leeb” di Hosch. Quattro diverse tipologie di macchine in grado di coprire le più differenti esigenze di trattamento in campo aperto.

Fabbricate nel sito produttivo di Landau, in Germania, le irroratrici targate Leeb sono entrate nel portfolio di Horsch grazie a una joint venture nata nel 2011 fra le due aziende teutoniche e battezzata “HorschLeeb Application Systems”, con Theodor Leeb nella veste di amministratore delegato. L’esordio delle nuove livree grigio-rosse avvenne nella stessa estate di quell’anno, in Repubblica Ceca, con due modelli che rappresentano tutt’oggi le ammiraglie nei rispettivi segmenti tecnologici, ovvero le irroratrici trainate, rappresentate dalle “LeebGs 6000” e quelle semoventi, capitanate dalle “Leeb Pt 270”. Grazie a tale fusione e dopo tale evento di lancio, il Marchio tedesco si è potuto espandere in segmenti di mercato fino a quel momento inesplorati, come quelli dei trattamenti alle colture basse, quelle cui il marchio Leeb era e resta vocato sviluppando soluzioni trainate o semoventi destinate alla difesa e ai diserbi dei cereali e delle colture industriali quali, per esempio, la barbabietola da zucchero.

Coltura che mentre in Italia ha subito una forte contrazione in Germania continua a essere mercato interessante, con oltre 350 mila ettari coltivati da circa 30 mila agricoltori. Derivando da tale realtà, è chiaro che il mercato cui si rivolgono le proposte di Horsch tramite la rete vendita di Krone Italia non è certo quello delle piccole aziende. Pur avendo modelli che possono operare agilmente anche su superfici non oceaniche accade che le tecnologie racchiuse nelle proposte tecniche dei Grigio-Rossi tedeschi si confanno maggiormente alle grandi aziende e al contoterzismo professionale, tant’è che le barre utilizzabili su tali irroratori possono arrivare fino a 45 metri nel caso di quelle suddivise in sette differenti settori ripiegabili su se stessi.

Utilizzando simili attrezzature accade che con sole due passate si possa coprire il 90 per cento della larghezza di un ettaro giovandosi anche di elevate velocità di lavoro e di una grande precisione applicativa, peculiarità indotte da tecnologie d’avanguardia. Quattro le serie che compongono la gamma “Leeb”, tre di tipo trainato, “Ax”, “Lt Light – Lt” e “Gs” e una semovente, contraddistinta dalla sigla “Pt”. La serie di attacco, “Leeb Ax”, è quella che meglio si adatta alle esigenze delle aziende di medio-piccole dimensioni come risulta essere la maggior parte delle realtà italiane proponendo serbatoi aventi capacità che possono arrivare a tremila e 800 litri e barre larghe fino a trenta metri. Di dimensioni di rilevo quindi, cui si abbinano anche dotazioni tecnologiche di pari livello nonostante i rapporti fra prezzi, prestazioni e qualità costruttiva decisamente concorrenziali.

Di serie, per esempio, la sospensione a parallelogramma della barra realizzata mediante una serie di molle idrauliche che integrandosi funzionalmente fra loro danno origine al sistema “BoomControl” che mitiga le oscillazioni dovute agli avvallamenti del fondo consentendo velocità di esecuzione molto elevate. Tale risulta inoltre la manovrabilità in campo grazie agli stretti angoli di svolta garantiti dagli sterzi con timoni governati idraulicamente, soluzione che permette un utilizzo proficuo delle attrezzature anche ai contoterzisti che operano per aziende con appezzamenti piccoli e dai contorni irregolari.

Degna di nota anche la presenza di pompe a diaframma e pistoni che permettono di selezionare le portate fra i 270 e i 400 litri al minuto in funzione del modello scelto garantendosi pressioni massime dell’ordine degli otto bar grazie alla logica loadsensing dell’impianto. Tale sistema ovviamente è in auge anche sulle macchine di gamma superiore con il modello “Lt Light – Lt” che permette anche di modulare l’equipaggiamento in funzione delle esigenze operative aziendali proponendosi nelle versioni “Eco”, “Css” e “Css Pro”. La prima si basa sulla stessa pompa a membrana e pistoni da 400 litri al minuto di portata che risulta installata sul modello “Ax”, le “Css” beneficiano di pompe centrifughe a olio e le “Css Pro” ancora di pompe a membrana e pistoni ma capaci di portate massime di 600 litri/minuto con controllo dei flussi e della pressione di tipo elettronico.

Dalle “Ax” le irroratrici “Leeb Lt“ possono riprendere anche le cisterne di polietilene leggero centrifugato, fermo restando però che le capacità possono salire alle soglie dei seimila litri garantendo di conseguenza più elevate autonomie in campo rispetto ai modelli d’attacco. Proprio le autonomie risultano poi essere uno dei punti di forza delle macchine serie “Gs”, anch’esse disponibile nelle tre versioni su esposte con l’ammiraglia che propone un serbatoio da ben ottomila litri risultando particolarmente indicata per trattare superfici molto ampie.

Per evitare che tale prerogativa penalizzi la manovrabilità, la macchina è stata dotata in esclusiva di un sistema di sterzatura delle ruote concettualmente simile a quello previsto sui modelli semoventi così da permettere una gestione facile e intuitiva della barra che, come già accennato, può raggiungere i 45 metri di larghezza. Da segnalare fra le chicche tecnologiche proposte o proponibile dalle irroratrici Horsch i sistemi automatici di gonfiaggio dei pneumatici, utile per regolare velocemente le pressioni al suolo in funzione del carico e del terreno così da minimizzarne la compattazione.

L’autonomia diventa semovente

Per i professionisti dell’irrorazione, Horsch propone anche una serie di macchine semoventi dalle grandi capacità lavorative. La serie “Leeb Pt” combina infatti un elevato comfort di guida con alti livelli prestazionali, grazie anche a barre che spaziano da un minimo di 24 metri a un massimo di 45. Le ruote dal grande diametro, pari a due metri e 18 centimetri, permettono l’adozione di pneumatici fino a 71 centimetri di larghezza, atti alla diminuzione della pressione esercitata al suolo con conseguente riduzione della compattazione del medesimo.

Sulle quattro ruote, a sterzatura indipendente, viene esercitato un controllo elettronico della trazione per una gestione ottimale sia della trazione, sia della manovrabilità. In tal senso, lo sterzo integrale previsto di serie consente un raggio di sterzata di soli tre metri. La guidabilità di tali macchine non patisce quindi complessi di inferiorità rispetto a una normale berlina nonostante si sia alle prese con un mezzo che per dimensioni rivaleggia con i camion. Due i modelli, “6.300 Pt” e “8.300 Pt”, differenziate fra loro per le volumetrie delle cisterne come si può evincere dalle stesse sigle di denominazione.

Italiani i motori, dei turbodiesel sei cilindri a marchio Fpt Industrial serie “Nef” da sei mila e 700 centimetri cubi alimentati mediante sistemi common rail ed emissionati conformemente alla normativa stage 5. Tarati sulla base di erogazioni di 310 cavalli con coppie massime di mille e 160 newtonmetro a mille e 700 giri al minuto, permettono alle macchine velocità operative in campo che possono toccare i 25 chilometri/ora, prestazione che a sua volta si traduce in una superficie trattata teorica pari a quasi due ettari al minuto, uno e otto per la precisione, adottando barre da 45 metri e al netto delle manovre di fine campo.

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